domenica 1 giugno 2014

Pizzette fritte e fragole






Dai, ammettetelo, le mie pause sono diventate famose.
"Oh ma la Margò di MammaCheMousse l'hai più sentita?"
"Macchè, è svanita nel nulla....PUFF"
"Pazzesco, e pensare che era tornata e sembrava la volta buona e invece..."
"E invece PUFF".

E INVECE NO, mie care!
Chi non muore si rivede e quindi eccomi qui. 
Tralascio il punto in cui vi racconto quello che ho fatto in questi mesi, il motivo dell'abbandono di questo mio figlioccio virtuale e i progetti per il futuro. 
Vi porto dritti dritti, invece, in quello che spero sia un nuovo inizio del blog. 
Oggi però partiamo soft, con una di quelle ricette salva-donna-sull'orlo-di-una-crisi-di-nervi.
Della serie "Oh mio Dio, i colleghi di mio marito si sono auto-invitati questa sera per cena e io non ho il dolce".
Ecco, è una di quelle ricette.
Tempo di preparazione? 10 minuti.
Costo per persona? Abbondiamo nel dire 0,40 centesimi.
Bontà? Assoluta.
D'altronde, quando di mezzo ci sono le fragole tutto diventerebbe buono :)

Vi lascio quindi con le mie pizzette fritte e fragole.
Ah no fermi tutti!!!
Due importantissimi aggiornamenti: il mondo va veloce e quindi sì, anch'io da brava GGGGiovane donzella ho immesso il mio piccolo e insignificante blog nel mare magnum dei social network.
Quindi, se volete, mi trovate su Twitter e su Facebook.
Vi avviso che è ancora tutto scarno e vuoto, ma con il vostro aiuto spero di riempire l'intero web di mousse e altre stregonerie!:)

Pizzette fritte e fragole

100 gr di farina
qualche cucchiaio d'acqua
quattro cucchiai di zucchero
250 gr di fragole
mezzo limone
aceto balsamico o cioccolato fondente fuso q.b.
olio di semi

Lavate e tagliate le fragole a grossi pezzi. Aggiungete il succo di mezzo limone e tre cucchiai di zucchero. Riponete in frigo il tutto.
Disponete la farina mescolata a un cucchiaio di zucchero a fontana e aggiungete lentamente l'acqua a filo, iniziando a impastare.
Continuate ad aggiungere l'acqua, fino ad ottenere un impasto elastico ma solido. (L'impasto deve potersi stendere col mattarello e non essere appiccicoso).
Iniziate a stendere la pasta col mattarello, arrivando a uno spessore di circa 3 mm.
Con il bordo di un bicchiere (o meglio, con un tagliapasta rotondo) ritagliate 10-15 piccoli dischetti di circa 5cm di diametro.
Mettete a scaldare abbondante olio di semi in padella, quando sarà caldo immergete pochi dischetti per qualche minuto, senza aspettare la doratura completa.
Sgocciolate dall'olio in eccesso su carta assorbente, e fate raffreddare su un piatto da portata.
Disponete su ogni pizzetta qualche pezzo di fragola e decorate con aceto balsamico (o cioccolato fuso) a piacere.


Bon Appetit :)

lunedì 21 ottobre 2013

Marmellata di fichi e cannella


Davvero, non ero pronta. 
Qualcuno di buon cuore avrebbe potuto avvisarmi.
Bastava una telefonatina di un'amica, un'occhiatina fugace della panettiera, un suggerimento dell'edicolante. 
Mi sarebbe bastato.
Mi sarei fatta bastare anche che so, un indizio...
Magari qualcuno che mi avesse lasciato una clessidra sul pianerottolo, una borsa frigo per le scale e l'urlo di Munch appeso al portone..
Avrei risolto subito l'indovinello.
PREPARATI-A-ESAURIRTI-OGNI-MATTINA-ORA-CHE-DOVRAI-PORTARTI-IL-PRANZO-DA-CASA.
E invece nessun preavviso.
Sono caduta dal pero così, tra capo e collo. [E guai a voi se mi immaginate come prossima sponsor ufficiale della Galbusera.]
Dalla sera alla mattina sono stata catapultata nel mondo dei grandi, nel mondo di quelli che la sera devono scongelare irrimediabilmente qualcosa per non morire di fame il giorno dopo.
Nel mondo di quelli che mettono la sveglia prima di tanti minuti quanti ne servono per cuocere il riso per l'insalata.
Nel mondo di quelli che se si scordano le mattonelle di ghiaccio fuori dal frigo sarebbero disposti a farsi teletrasportare al polo Nord pur di fare rifornimento.
Nel mondo di quelli che appena digitano la R su Google la prima ricerca che compare è: "ricette veloci da portare a lavoro".
Nel mondo di quelli che non solo devono pensare a sè (e questo è già di per sè molto difficile), ma hanno sul groppone anche il pasto da preparare-riscaldare-impacchettare per il consorte.
Il tutto in quindici (Q U I N D I C I) vitalissimi e freneticissimi minuti.
Essendo visivamente ancora turbata da questa importante novità, l'unica cosa che posso sperare è che il detto "il tempo aggiusta tutto" valga anche per le neofite del lunch-in-office come me, e non solo per le storie d'amore finite male. 
L'unica considerazione che mi viene in mente, per adesso, è: 
Benvenute responsabilità, bollette da pagare, tempo che sfugge e pranzi take-away da preparare.
Ma davvero mi state dicendo che sono diventata grande?
E questo chi l'ha deciso? Come? Perchè?


Vi dico solo, dopo tutta questa premessa, che il tempo per dilettarmi in cucina in piatti diversi da insalate di riso, paste fredde e panini vari è diminuito alla soglia dello 0.
Negli ultimi tempi l'unica "voglia" che mi sono concessa è la preparazione di questa marmellata di una delicatezza infinita, con un sapor di cannella che sa di antico.
Se avete ancora fichi in casa è la ricetta perfetta!:) 
P.S: se avete suggerimenti per ricette fredde/calde da poter portare a lavoro rendetemi partecipe, ve ne prego!!!:D




Marmellata di fichi e cannella

1 kg di fichi bianchi maturi (circa 800 gr di fichi sbucciati)
400 gr di zucchero
succo di un limone
1 cucchiaio e mezzo di cannella


Sterilizzate tre o quattro vasetti per marmellate, facendo bollire vasetti e tappi in una pentola riempita d'acqua per 30 minuti, separando i vasetti con un canovaccio e facendoli raffreddare capovolti.
Lavate e sbucciate i fichi accuratamente, tagliateli in quattro parti e riponeteli in una pentola a fondo spesso con il succo di limone per una mezzoretta.
Accendete il fuoco al minimo, aggiungete lo zucchero e iniziate a mescolare. Cuocete, mescolando continuamente, per almeno 20 minuti. Se gradite la marmellata "senza pezzi" di frutta a questo punto potete utilizzare il frullatore a immersione per eliminare i rimanenti pezzi grandi di frutta.
Trascorsi altri 10 minuti di cottura fate la prova del piattino (prendete un cucchiaino di marmellata e fatene colare un po' su un piattino inclinato: la marmellata è pronta se scivola molto molto lentamente).
Spegnete il fuoco e aggiungete la cannella, mescolando.
Riempite immediatamente i vasetti sterilizzati, chiudeteli e capovolgeteli, tenendoli in questa posizione fino al completo raffreddamento.
Se volete, riponete i vasetti ben chiusi in una pentola con acqua portando di nuovo ad ebollizione, per una successiva sterilizzazione.

Bon Appetit !:)

domenica 6 ottobre 2013

Il ciambellone più morbido, all'acqua e limone


Oggi è una giornata calma.
Potrei stare qui ad annoiarvi sulla frenesia delle ultime settimane, sulle mie sveglie alle 6 di mattina e le giornate intense di studio.
Potrei stare anche a commentare la frenesia non solo mia, ma dell'Italia intera.
Il governo cade, no ora non più. Aspetta forse sì. No no, era un falso allarme. No ma vedi, hanno detto di sì. Ah ok, ora dicono di no.
Potrei commentarvi cosa mi viene in mente quando vedo la Santanchè, potrei dirvi della mia rassegnazione nel vedere politici in tv.
Potrei anche dirvi che la "vergogna" di Lampedusa la provo anch'io, come Italiana, come Europea e come persona umana.
Potrei dirvi di quando vorrei vivere in un altro posto, ma probabilmente non avrò mai il coraggio per prendere un treno e salutare il mio Paese col fazzoletto bianco.

Ma oggi è una giornata calma, è una domenica uggiosa e autunnale qui a Chieti.
E mi va solo di trasferirvi una ricetta praticamente perfetta, di quelle che vi fanno fare un figurone ma che sono di una semplicità ai limiti dell'impossibile.
L'idea non è stata mia, l'ho "presa in prestito" e riadattata da qui: Diario di una passione.





Ciambellone all'acqua e limone

250 gr di farina
220 gr di zucchero
3 uova
130 gr di olio di semi
120 gr di acqua minerale in bottiglia
una bustina di lievito
scorza e succo di un limone

Con la frusta elettrica montate per bene le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro. Aggiungete l'olio, l'acqua, il succo e la scorza del limone e infine la farina setacciata con il lievito.
Mescolate il tutto. Non spaventatevi assolutamente se il composto sarà abbastanza fluido e poco denso, è esattamente quella la consistenza che deve avere.
Intanto imburrate uno stampo per ciambelle (io ho usato il diametro 24cm) e versatevi il composto. Infornate in forno già caldo a 170-180° per circa 40 minuti. (Non aprite il forno per nessun motivo nella prima mezzora di cottura, pena il classico "sgonfiamento").


Bon Appetit!:)

sabato 14 settembre 2013

Mousse al caffè



A volte le persone sono strane.
Anche quelle che ti sembrano più serie, più assennate e giudizievoli.
A volte tutti sono strani.
Sono strani quando fanno finta di non riconoscerti per strada, o si ripresentano di nuovo (pur avendoti già stretto la mano decine di volte). E quando gli fai notare che vi conoscete già ti rispondono con uno sprofondante "Ah davvero? Non ricordo...".
Che la tua autostima va talmente sottoterra che riuscirebbe a trovare l'acqua anche nel Sahara.
Sono strani quando la cosa più normale al mondo per loro è NON dire mai "Grazie". Talmente semplice, talmente banale e facile da pronunciare. Forse troppo per loro.
E sono strani quando ti guardano con occhi sbarrati quando dici qualcosa che non è nei loro programmi.
Quello che puntualmente succede a me quando alla domanda "Vuoi un caffè?" rispondo "No, grazie, non lo bevo".
Eresia.
Sacrilegio.
Bestemmia.
Della serie "prima-mi-eri-simpatica-ora-ti-odio".
La stessa reazione la suscito quando dico che sono astemia, che non bevo nè vino nè birra; ma sapete, l'essere astemio è più contemplato, più comune, più accettato.
Il non bere caffè è un'assurdità estrema, un fattore fondamentale per pensare che la strana sei tu.
Oggi voglio svelarvi che non lo bevo non per fare la diversa, nè perchè mi comporta un'insonnia cronica, e neanche perchè non mi piace (perchè seppur con 10 cucchiaini di zucchero, a forza lo bevo anche), è che non ho l'abitudine.
Quel piacere mattutino di prepararlo, o di aspettarlo al bar. Di sentire la tazzina tra le dita, di assaporarlo e sentirne l'aroma. Quel gesto quasi meccanico di prenderlo alla macchinetta (e maledirla quando si frega i soldi). Quella passione che ti permette di riconoscerne i vari tipi. Quel rito in compagnia di prenderlo in pausa-lavoro o pausa-studio, quando il bar diventa la fuga dai pensieri quotidiani.
Non ho l'abitudine di tutto questo, non l'ho mai avuta per 25 anni, credo che ormai i giochi siano fatti.

Dove il caffè, invece, mi piace da pazzi sono....i DOLCI.
I dolci al caffè sono una mia passione. Partendo dal mitico tiramisù finendo per il gelato.
E quando ho proprio bisogno di un comfort-food, di coccole, di  ricordi ma anche di grinta preparo la mia mousse al caffè.
Presente un famoso gelato nella coppetta, color nocciola, che sa di caffè (o meglio di cappuccino) e che prepara un nostro parente stretto?
Ecco, quella. Diciamo che non è identica, la mia è più morbida. Ma il sapore è mooooolto simile.
A volte all you need is love coffee. :)



Mousse al caffè
(per circa 4 coppette o 6 bicchierini)

250 ml di panna fresca
3 tuorli
150 gr di zucchero
3 tazzine di caffè freddo (a seconda dei gusti, se la volete più carica anche 4)
cioccolatini a forma di chicco di caffè
cacao amaro

Sbattete i tuorli con lo zucchero con l'aiuto di uno sbattitore elettrico fino ad ottenere uno zabaione sodo e spumoso.
A parte montate la panna (non montatela, però, al limite del denso. La mousse deve rimanere cremosa!). Aggiungete il caffè freddo un po' alla volta, delicatamente, per non far smontare il composto.
Mescolate dal basso verso l'alto e aggiungete il composto di zucchero e uova, amalgamando bene il tutto.
Sistemate il composto in bicchierini o in commette, decorate con cioccolatini a forma di chicchi di caffè  e spolverate con cacao amaro e infine riponete in frigo per almeno 4 ore.


P.S. Ringrazio tanto Leda di Gustosamente per questi magnifici bicchierini "accartocciati". Non l'ho mai ringraziata abbastanza di questo splendido regalo l'anno scorso.

P.P.S. Mi trovate anche su Twitter. Messo da parte il fatto che ancora so usarlo, se qualcuna volesse aggiungermi per chiacchierare anche lì è la benvenuta ovviamente! :) https://twitter.com/MammaCheMousse

mercoledì 11 settembre 2013

I'm back, finally



Sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Mi conosco troppo bene, ecco tutto.
Frutto della scostanza, il difetto che mi precede ovunque vado.
E' inutile, non ce l'ho fatta, ho abbandonato il blog per lunghi 7 mesi.
7 mesi.
7 mesi.
7 mesi.
7 me..
Basta, non posso ripeterlo, pena sensi di colpa e voglia di Nutella per toglierli di torno.
Potrei stare qui a dilungarmi (e annoiarvi) sui motivi, le vicissitudini, gli stralci di vita noiosamente quotidiana che mi hanno fatto un po' distogliere da questo bellissimo "progetto" virtuale ma ho deciso che non è il caso.
Dopotutto il blog di una studentessa preda di crisi isteriche che studia in una facoltà che già di per sè manda in crisi, che si affaccia tra qualche anno a cercare il proprio posto in un mercato di lavoro in crisi, in un Paese in crisi perenne....bè, non poteva che andare in crisi anche lui.

Prometto solennemente a me stessa, a voi, al mio blog e alla rete tutta di impegnarmi, e almeno cercare di essere costante nell'aggiornamento.
Da oggi prende quindi il via Mammachemousse 2- il ritorno.
Sperando che non arrivi mai un Mammachemousse 3 - la vendetta, oggi vi saluto e vi abbraccio tutti [inutile dirvi che la "vita da blogger" mi è mancata come una boccata d'aria fresca] e vi lascio con un photobook degli ultimi 7 mesi.
Il mio modo di salutarvi e di ringraziarvi di non avermi dimenticato.
Le ricette possono aspettare :)




 







lunedì 4 marzo 2013

Crespelle alla crema di zucca e mandorle e...le cose che ho perso



Ce la puoi fare.
Me lo continuo a ripetere da giorni.
Margò, ce la puoi fare.
Ce la DEVI fare anzi.
Devi assolutamente farcela. Riaprire il blog, fare un bel sospiro e ributtarti in quest'impresa.
Devi trovare il tempo, più che altro.
E oggi il tempo l'ho trovato.
-E finalmente- direte voi (o almeno spero).
La bellezza di 4 mesi via. (E dico...QUATTROMESI....santa pace).
4 mesi in cui mi sono persa.
4 mesi, lunghissimi, in cui la vita reale ha preso forzatamente il sopravvento su quella virtuale.
4 mesi di cui uno passato a letto, con influenza-faringite-tonsillite-antibiotico&cortisone-postumivari-annessieconnessi-echipiùnehapiùnemetta.
4 mesi di cui quello passato con influenza-faringite-tonsillite-antibiotico&cortisone-postumivari-annessieconnessi-echipiùnehapiùnemetta passato anche a fare un bilancio sullo stress universitario che mi ha fatto dire... "ok, per un mese tu non tocchi libro e ti rilassi, o almeno ci provi."
4 mesi di cui quello passato con influenza-faringite-tonsillite-antibiotico&cortisone-postumivari-annessieconnessi-echipiùnehapiùnemetta iniziato con la più sfigata delle circostanze:giornata della laurea specialistica del moroso (con tanto di lode...-mica pensa a pettinare i peluche...lui- ) passata per metà ad ascoltare la sua splendida quanto incomprensibile discussione circa qualcosa su diversificazioni e strategie aziendali e per metà passata al pronto soccorso, con la suddetta influenza-faringite-tonsillite-antibiotico&cort....E BASTA!

Bè la verità è che quella bastardona di un'influenza-faringite-tons... [ok, la smetto davvero] mi ha davvero buttato in un mood talmente basso che non mi consentiva nè di cucinare (alias...la mia dolce mamma, il mio dolce papà, nonni, zia, moroso e mamma del moroso si sono presi cura della sottoscritta appestata) nè quindi di postare ricette. 
E quindi eccoci qui.
Un blog deserto.
Tanti commenti e mail di ragazze preoccupate (e vi ringrazio non sapete quanto).
Tanta voglia di ricominciare. 
In realtà, giusto per onor di cronaca, dei 4 famosi mesi gli altri tre son passati tra studio, lezioni, relax, corso di yoga iniziato, supporto psicologico per un neo-laureato in Economia alla ricerca di un posto nel mondo, perdita del cane che amavo da 14 anni, idee e voglia di cambiamento e....sicuro scordo qualcosa!

Bando alle ciance, e cerchiamo di rispolverare le vecchie abitudini.
Le crespelle qui sono sono un gioiellino del gusto, un bijoux del palato. E ve lo dico appunto perchè non sono una mia idea, ma di una mia cara amica che mi ha dato l'idea...io ho aggiunto solo il tocco delle mandorle, che, vi giuro, è provvidenziale.
Prepararle è di una semplicità unica. Mangiarle è ancor più semplice.
Vi dico la verità: le foto risalgono a Novembre. L'idea era quella di postare il tutto allora, ma le cose sono andate diversamente, ahimè.
In effetti ora mi rendo conto che il tutto (piatto, foto, zucche...) è un po' troppo autunnale, e postare questo piatto allo sbocciare della primavera è un po' ridicolo.
Ma io son così, un po' qui e un po' lì, un po' autunno e un po' primavera. 
E spero che la rinascita della primavera (quella vera, quella mia e quella del blog) stia per arrivare per davvero.
Non mi resta che dirvi....fatemi sapere che ve ne pare!:)
E grazie a tutti per non avermi abbandonata e avermi preso per una desaparesida!

P.S. Nei 4 mesi (super-sfigati) c'è stata anche una nota positiva, per fortuna! Ma i lati negativi nettamente più numerosi a volte me la fanno proprio dimenticare!
Però questo ve lo racconto nel prossimo post.... :)



Crespelle alla crema di zucca e mandorle
(per 4 persone circa)

Per le crespelle:
150 gr di farina
2 uova
300 ml di latte
Burro q.b.
Sale q.b.

Per la crema di zucca e la decorazione:
500 gr polpa di zucca già pulita
1 patata
1 porro
1 cucchiaino di dado granulare vegetale
1 ciuffo di prezzemolo
Olio d'oliva
Sale e pepe q.b.
100 gr di mandorle nude

Preparate per prima cosa la crema di zucca: tagliate a pezzettoni la patata e la zucca e a fettine sottili il porro. Mettete a scaldare in una casseruola un filo d'olio d'oliva e aggiungetevi la patata, il porro e la zucca. 
Fate soffriggere un po' il tutto. A questo punto aggiungete mano a mano un po' d'acqua (coprite a filo le verdure, in modo che il tutto sia "sommerso" dall'acqua) e il cucchiaino di brodo granulare.
Aggiungete anche il prezzemolo, il sale e il pepe e lasciate cuocere per almeno 30-40 minuti (o almeno fin quando le verdure si saranno ammorbidite).
A questo punto frullate il tutto (meglio se con un frullatore ad immersione) e tenete in caldo.

Per le crispelle: mescolate la farina con un pizzico di sale e il latte con un frusca in maniera piuttosto rapida ed energica. Unite le uova e lasciate riposare il composto almeno mezz'ora in frigo. Una volta trascorso il tempo scaldate una padella (io utilizzo la padella per crepes) con una noce di burro. Aiutandovi con un mestolino disponete un po' di composto sul centro della padella e servendovi dell'apposito strumento per spandere le crepes o inclinando semplicemente la padella, cercate di formare una crespella rotonda di circa 15-20 cm di diametro. Giratela delicatamente dall'altro lato appena si staccherà dal fondo del tegame.

Una volta preparate tutte le crespelle farcitele con la crema di zucca tenuta in caldo e richiudetele a mo' di tovagliolo come nella foto (potete formare anche dei simil-cannelloni o dei fagottini). Decorate con qualche cucchiaiata di crema di zucca e le mandorle tritate grossolanamente.

Bon Appetit!:)



venerdì 12 ottobre 2012

Vol-au-vent alla mousse di melanzane


Il mattino ha l'oro in bocca.
Ma se il mattino l'oro in bocca non ce l'ha?
E se al mattino la prima cosa che vedi, invece dell'oro, è praticamente una parrucca che resta appiccicata sul cuscino?
Ne sono certa, a breve rimarrò calva causa-stress.
Lo so io qual è il problema.
Bevo troppo poco.
Eppure vado a fare dlin dlin un minuto sì e l'altro pure.
Ok, la disperazione è troppa.
Li andrò a tagliare. Si rinforzeranno.
E se non si rinforzano che faccio?
Dannati capelli, vi odio.
E odio chi ti sposta lo specchietto della macchina e tu, puntualmente, te ne accorgi solo quando stai già guidando bella tranquilla sulla superstrada.
E odio anche te che aspettando l'apertura della biblioteca fai partire la suoneria di "Gustavo Lima".
Non sono qui per parlarvi della fiera dell'odio però!:)
Vi parlo della fiera della bontà, invece!

Sicuramente conoscerete Vale, ragazza deliziosa, cuoca sopraffina e chi più ne ha più ne metta! Praticamente la mia cartella "blog" è piena di file in cui ho letteralmente copiato le sue ricette! E questa è una delle prime che ripropongo con delle piccolissime varianti!
A parte andare a sbirciare il blog di Vale La ricetta che Vale, io vi consiglio spassionatamente questa mousse! E' una delle cose più buone che io abbia mai mangiato!:)



Vol-au-vent alla mousse di melanzane

Per i vol-au-vent
1 rotolo di sfoglia rettangolare

Per la mousse di melanzane (dalla ricetta di Vale)
1 melanzana lunga
mezzo spicchio d'aglio
3 cucchiai d'olio d'oliva
sale
pepe
2 cucchiai di ricotta (non presente nella ricetta originale)

Per i vol-au-vent: Ricavate dei piccoli cerchi con un coppapasta dentellato (io ne ho ricavati circa 20). Tenete da parte 5 dischi. Con un coppapasta più piccolo (o una tazzina piccola o qualsiasi altra forma rotonda più piccola del coppapasta dentellato) eliminate un cerchio più piccolo all'interno dei rimanenti dischi, in modo da avere degli "anelli" di pasta.
Formate una "torretta" costituita da un disco completo, a cui sovrapporrete tre anelli di pasta.
Forate con una forchetta la base del disco, in modo da non farla gonfiare in cottura.
Infornate i vol-au-vent a 180° per circa 10-15 minuti (finchè non saranno gonfi e dorati come quelli in foto).

Per la mousse: Tagliate la melanzane in dischi spessi, disponeteli su una teglia e infornateli a 180° per circa 20 minuti. Frullate le melanzane con sale, pepe, aglio, olio e ricotta fino ad ottenere una crema liscia.
Posizionate la mousse in un sac-a-poche e riempite i vol-au-vent (potete utilizzare anche un semplice cucchiaio.
Decorate con pomodorini datterini (o anche foglie di basilico).

Bon Appetit! E grazie a Vale. Per l'idea e per tutto il resto!:)


mercoledì 10 ottobre 2012

Tortine allo yogurt e gocce di cioccolato




E' arrivata.
Più inesorabile dello scarto dei regali a Natale.
Più dell'autobus che passa dieci secondi prima che tu arrivi alla fermata.
Più delle magagne e dei ladrocini politici vari a ogni telegiornale.
La settimana di inizio delle lezioni.
Bè, ve lo assicuro.
Scoprire che quest'anno sarò rinchiusa tutti i pomeriggi fino alle 19 in un'aula, con relative non-si-quante settimane di tirocinio che mi terranno occupate le mattine...bè, mi ha causato un calo glicemico talmente grande che se avessi avuto una mega-torta Nutella e Mascarpone me la sarei finita in un minuto.
Comunque, tralasciando la voglia di passare tutto questo tempo in una triste università pari alla voglia di correre una maratona lungo la Muraglia Cinese, nei giorni passati qualche nota positiva c'è stata.
Diciamo...esperimento a quattro mani.

Che la mia amica Mary sia golosa non ci piove.
Che sappia cucinare, anche.
Che sia una fervida sostenitrice del blog, pure.
Quello su cui piove è che non abbiamo moltissimo tempo per cucinare assieme.
Ma ahimè, lo studio è pesante, per me e per lei.
Già la immagino, nel suo studio con poltrone rivestite di pelle umana a impartire ordini a destra e a manca, grande manager di successo alias amministratore della Apple alias Presidente degli Stati Uniti alias MegaDirettrice della Galassia.
Scherzi a parte, abbiamo provato a fare dei simil-muffin [che io chiamerei tortini] allo yogurt.
Il sapore è simile a quello dei plum cake di una nota marca di biscotti e merendine modello famiglia-felice (dai che avete capito), e sono anche ottimi come base di cupcakes visto che per la presenza dello yogurt (un po' più consistente del latte) e la presenza di poco lievito, non si alzano tantissimo.
Ottimi per la colazione e per far risanare il morale a delle schizzate come noi.
E se oltre a questo tipo di dolcetti qualcuno ha dei suggerimenti per far sì che il prossimo anno accademico non mi ammazzi me lo dica pure!!!:)


Tortini allo yogurt e gocce di cioccolato

300 ml di yogurt bianco
100 gr di burro
2 uova
220 gr di farina
200 gr di zucchero
mezza bustina di lievito per dolci
120 gr di gocce di cioccolato

Mescolate gli ingredienti secchi umidi tra loro (uova, yogurt e burro fuso), sbattendo vigorosamente.
Mescolate tra loro gli ingredienti secchi: farina, zucchero e lievito.
Unite ora gli ingredienti secchi agli umidi, mescolando il meno possibile, attendendo solo che tutti gli ingredienti siano amalgamati.
In ultimo unite le gocce di cioccolato.
Con l'aiuto di due cucchiai riempite circa 12 pirottini per tre quarti e infornateli per 30-35 minuti in forno statico pre-riscaldato a 160°.
Decorate a piacimento.

P.S. Per non far "spanare" i pirottini in cottura io ripongo ogni pirottino di carta in uno stampino per muffin in un alluminio, che ovviamente poi riutilizzo per successive cotture di muffin :)
E qui il tocco di Mary è davvero visibile!:)

Bon Appetit :)